Intervista Al Vincitore Della Sezione: Giallo Noir: Paolo Sanna (Un Coniglio Bianco In Una Tormenta Di Neve) A Cura Del Nostro Giurato: Paolo Montanari
E' sempre stato molto stretto. In generale avere la possibilità di svelare con intelligenza qualunque mistero mi affascina e mi ha sempre affascinato fin da piccolo. Non avevo nemmeno cinque anni che con mio padre seguivo le avventure del commissario Maigret, le indagini di Sherlock Holmes ( e parlo dei film con Sir Basil Rathbone - anni 30), Hercule Poirot, Miss Marple e tanti altri.
Quelle atmosfere miste di pericolo e desiderio di conoscenza sono uniche e, nel vecchio bianco e nero, secondo me impareggiabili. Quando il racconto noir non si ferma semplicemente al meccanismo dell'omicidio ma scava nella vita dei personaggi facendogli fare un percorso o di morte o di resurrezione, secondo me, diventa un mezzo di narrazione fantastico per poter trasmettere anche dei messaggi al lettore o allo spettatore. Riuscire alla fine, col mistero, a tenere legata l'attenzione per abbastanza tempo da poter comunicare qualcosa di importante per lo scrittore o per il regista, senza dimenticare lo svago dell'andare in un altro luogo, momentanemente lontani dalla propria routine quotidiana.
IL MIO PROFILO BIOGRAFICO E ARTISTICO
Sono stati fortemente influenzati dalla prematura scomparsa di mio padre quando avevo 15 anni. Stavo facendo l'istituto d'Arte e avrei voluto diventare un disegnatore. Creavo Story board per le avventure dei personaggi che inventavo e poi ne disegnavo le storie. Purtroppo per motivi contingenti quell'espressione artistica non ha mai visto veramente la luce rimanendo tra pochi intimi.
Per motivi di tipo economico ho dovuto fare scelte diverse da quelle che avevo sognato: disegnatore o, amando la storia antica e il mistero, anche archeologo. Per molti e molti anni dopo aver accettato mio malgrado di lavorare in banca, ho sofferto la mancanza di uno sfogo artistico finché non ho deciso di fare qualche piccolo cambiamento e di nutrire anche la mia anima oltre che il mio stomaco. Ed è così che è nato il mio primo libro. Oggi amo il mio lavoro da consulente ma ho voluto affiancare questa attività più pragmatica con una attività di scrittura che appaghi, appunto, il mio lato artistico da troppo tempo messo a tacere.
UN CONIGLIO BIANCO IN UNA TORMENTA DI NEVE
Non è semplicissimo da spiegare. Già il titolo presuppone una difficoltà evidente di percezione.
E' oggettivo che sia quasi impossibile vedere qualunque cosa colorata di bianco dentro una tempesta bianca. La difficoltà di percezione è il centro della narrazione di tutto il libro. Niente è quello che sembra, non perché non ci siano le condizioni per capire la verità, ma solo perché essa è dispersa su uno sfondo più complesso che la rende visibile solo a sprazzi, come il rosso negli occhi del coniglio. Per scoprire il colpevole bisogna andare oltre ciò che si crede e non farsi portare per il naso dallo scrittore che sfida il lettore.
Una sfida onesta dove gli indizi ci sono tutti ma sono come un coniglio bianco su sfondo bianco, davanti agli occhi e in bella vista ma non visibili per chi non fa un passo oltre. Nello scrivere ho pensato intensamente a cosa mi piacerebbe leggere e ho cercato di scrivere da lettore. Mi piacciono capitoli che possa finire in un tempo ragionevole, quindi non troppo lunghi. Mi piacciono i colpi di scena inaspettati.
Mi piace rimanere col fiato sospeso. Mi piace vedere attraverso gli occhi del protagonista in una narrazione qui e ora e non a un passato che presuppone cose già accadute.
Per chiudere, la cosa più importante: il romanzo mi deve dare emozioni che vadano oltre il semplice meccanismo del giallo. I personaggi devono avere una loro anima e essere probabilmente pezzi dell'anima di chi scrive, aspetti di se stesso che si muovono e parlano quasi da soli. La sensazione della certezza che Veronica Mari e gli altri personaggi sapessero già cosa dire o cosa fare prima che io lo scrivessi a volte mi ha fatto quasi paura. Il drammatico percorso del protagonista che può portarlo alla distruzione o alla rinascita se lo è quasi scelto da solo. Come nella vita reale ogni scelta porta conseguenze e nessuno può sapere dove porterà il sentiero che ha imboccato.
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