La Strana Stagione Di Enzo Bacca, Primo Classificato Sezione A "Poesia Inedita In Lingua Italiana" XIII Edizione

 


“alzare la mia sola puerile voce -

non ha più senso: la viltà avvezza

a vedere morire nel modo più atroce

gli altri, nella più strana indifferenza.

Io muoio, ed anche questo mi nuoce”.

PPP

Se la bocca annunciata di vermiglio

cederà all'aspro delle bacche selvatiche

se il torsolo di mela fluirà in gola fino al nodo

la tortora salirà al nido senza ali e becco,

allora sì che il crepuscolo non troverà albe

e gemme da bere insieme nell'insieme

concepito.

Mandorli in boccio nel parto prematuro

nessuna cova di neve resistente ai rami

né la merla né fumi dorati sulle grondaie.

Sui fili di ferro allocano stabilmente

variopinti pennuti d'altre galassie.

Un posto al sole in luogo dei consueti

volatili d'inverno. Strana stagione questa.

Mi affanna l’idea d’una vita senza api.

Sul davanzale-la mia corona di spine.

Né sta a noi dettare equilibri

neppure alla pioggia che non vieneresta lì a mortificare nuvole e vento.

Paratie attendono rigonfiamenti e quella barca

leggera che si perde all’occhio oltre i

paradigmi

nell’umido scorrere del tempo. Per altra

quietequello che non sai sono le notti di pianto

i pugni stretti al lenzuolo dietro la porta

chiusa a chiave, sono i giorni che restano.

(L’ombra gigante dei nuovi lazzaretti dietro le

plastiche).

Se mai grondasse polvere, erigeremo case

nuove.

Mi scalderà la neve prima o poi,

benedetta neve che non scende come si deve.

Stagione irriverente questa - priva d’attese - o

d’asfissia,

polmoni che sembrano sagrestie di venditori

d’incenso.

(E quella fitta al cuore per ogni suono di

campana a morto).

Intanto i pellicani beccano ancora pesci

avariati.


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