Recensione: La Poesia

Credo che non esista nessun’altra forma d’arte o letteraria più efficace della Poesia per esprimere i propri sentimenti. Penso che il Poeta sia un visionario stretto nella morsa del suo tempo.

La poesia classica ha occupato e occupa gran parte dei nostri pensieri, chi non ricorda le liriche dei nostri grandi Autori:

Leopardi,Pascoli,Carducci, D’Annunzio,Ungaretti? Versi i loro indimenticabili, che ci hanno fatto sognare, innamorare.

Poi ci sono stati poeti che grazie a quella loro capacità di astrazione, alla visione futuristica, topica di grandi pensatori e sognatori, che hanno contribuito moltissimo al cambiamento di costumi sociali, politici, culturali, della propria epoca.

La poesia possiede il potere di rimanerci nel cuore, nella mente, ci aiuta a riflettere e inevitabilmente poi a diventare il viatico della nostra vita, accade sempre, lo è stato e lo è anche per me.

Ho sempre amato la poesia, tranne quando nel periodo scolastico si applicava quella stressante prova mnemonica per imparare le liriche a memoria, quasi fosse premiata più la forma recitativa che la comprensione del testo, dell’emozione provata. 

C’era una sorta di repulsione a quest’usanza in me, tanto che credo sia stato questo che mi abbia fatto amare in particolare i poeti ribelli, o quelli maledetti, dove la sregolatezza era la normalità.

Il mio pensiero si accentra in particolare su Rimbaud, un precursore, che osò sfidare il perbenismo imperante della sua epoca, egli si schierò apertamente e non senza problemi contro lo stato e la religione. 

Visse la sua breve vita intensamente, di corsa, ma scrisse poesie che rimarranno nella storia della letteratura. 

Il periodo delle sue creazioni ebbe vita breve più esattamente dai quindici ai diciannove anni poi improvvisamente, si spense. 

Un giornalista gli chiese come mai non pubblicasse più poesie e lui: “ Ho scritto tutto quello che avevo da dire, perche scriverne altre”? Penso a Dino Fontana autore dei “Canti orfici” che fu paragonato proprio a Rimbaud per il destino drammatico che li aveva accomunati. 

Celebre la sua frase “fabbricare, fabbricare, preferisco il rumore del mare”, che fu poi scopiazzata, maldestramente da Ugo Nespolo in quella sua discutibile opera esposta sul lungomare di San Benedetto del Tronto. 

Si racconta che si mise a vendere la sua opera autoprodotta, fuori da un’osteria e pare che il poeta a un passante che voleva acquistare il suo libro, strappasse pagine mentre parlava con lui, fino a consegnare all’allibito acquirente un libro dimezzato, tanto che lo stesso meravigliato gliene chiese la ragione e Campana: 

” Tanto quelle poesie che le ho strappato non le avrebbe mai comprese”. 

La sua fine vita fu poi purtroppo pervasa dalla follia e neanche l’Amore per Sibilla Aleramo, poetessa anch’essa, lo salvò da questo destino.

Penso alle poesie d'amore di Hikmet chi non le ha mai lette? 

Sono poesie che gli innamorati recitano alle persone che amano, quando vogliono esprimere, la loro passione e l’Amore, che provano.

Anche lui fu un poeta ribelle che si oppose al regime, nonostante le sue origini di famiglia benestante il suo essere ribelle prevalse. 

Questa sua presa di posizione però gli costò moltissimi anni di galera. Durante il periodo carcerario, gli impedivano persino di scrivere, ma lui per nulla vinto imparava a memoria le sue poesie e costringeva chiunque lo andasse a trovare in carcere a imprimere nelle loro menti i suoi versi, in questo caso lo sforzo mnemonico aveva la sua ragione di esistere, considerato che in questo modo le sue poesie sono giunte fino a noi. 

Poesie le sue di una semplicità quasi disarmante, ma di un’intensità emotiva che ci lascia con il sospiro rileggiamo sospeso ogni volta che le Penso a Neruda, grande poeta ma personaggio controverso per alcuni comportamenti davvero sconcertanti di cui sicuramente si pentì. 

Ribelle comunque anche lui al regime,tra i suoi tanti, ricordo due aforismi:

«Muore lentamente chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati».

Quando i militari cominciarono a vessarlo con le perquisizioni ordinate dal generale golpista dove speravano di trovare qualcosa per incriminarlo; durante una di queste, Neruda avrebbe detto ai militari.

«Guardatevi in giro, c'è una sola forma di pericolo per voi qui: la poesia». Infine penso a me e a quante soddisfazioni la Poesia mi abbia donato. 

Spesso mi chiedo come abbia potuto pensare quello che ho scritto, tanto che ancora oggi riesco a sorprendermi rileggendole, poi smetto di pensarci e mi convinco che questa è la magia della poesia.

Domenico Parlamenti, Giurato XIV Concorso.

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