Sezione Racconto Breve - Racconti Inediti In Lingua Italiana, Un Frisbee Avanti Lettera Di Willy Piccinini (Segnalazione Speciale) VI Edizione
Io il militare non lo volevo fare. Le tentai tutte, raddoppiando i giorni di presenza alla visita di leva per accertamenti specialistici all‟ospedale militare da cui fui ben presto licenziato con la triste sentenza: abile arruolato. Non sono un buon patriota, quando si parla dei “nostri soldati”, i nostri erano quegli altri, in azzurrino, non in grigioverde. Entrambi i miei nonni partirono verso la Galizia l‟11 agosto 1914 con il 97° k.u.k. Infanterie-Regiment. Pur rispettosi dell‟Augusto Imperatore, non contenti nemmeno loro, sia chiaro. Fuor di retorica, il triestino è un buontempone a cui piace cantare, mangiare, bere, far baldoria e stendersi sul suo asciugamano sul lungomare della similspiaggia triestina. La mia ambizione sarebbe stata quella di essere riformato.
Arruolato, avrei avuto troppa nostalgia di Trieste e la consapevolezza che quello che sembrava un grande amore sbocciante sarebbe sfiorito rapidamente grazie ad amici indegni, ma lì, magari, ci ho guadagnato. La ragazza decisamente avanti coi tempi che ammiravo, che m‟introdusse a Prevert, a pittori e poeti maledetti, che parlava di esperienze nuove, ha subito una disastrosa involuzione mal innamorandosi, innamorata dell‟amore, dell‟amico rivelatosi tirannico, solipsista e limitato.
E poi le armi io mica le so usare! Non ho mai sparato al luna park, convinto che con la mia capacità di mirare avrei ucciso sicuramente la signora del baracchino. Figuriamoci vedermi consegnare un fucile Winchester, quello dei cowboys dei miei film da ragazzo. Credevo fosse una prerogativa dei western, appunto, invece esisteva davvero e ce l‟avevo in dotazione. Io! Quando ci portarono al poligono di tiro dovevamo buttarci a terra e accostati a un sottufficiale sparare verso un lontanissimo bersaglio vuotando l‟intero caricatore. Dopo alcuni minuti di esitazione il sergente si spazientì, ma io risposi che non riuscivo assolutamente a prendere la mira. “E apri quell‟occhio, sciagurato!” urlò il tizio e infatti, lo giuro, io tenevo aperto quell‟altro, mentre l‟occhio appoggiato al mirino era chiuso.
Chiaramente vedevo tutt‟altro. Alla fine sparai e dei tizi in fondo, non troppo vicini al bersaglio se a sparare ero io, indicarono anche un punteggio. Io sono certissimo si trattasse di un bluff, indicavano dei punteggi a caso magari mossi da compassione. Con la bomba andò peggio. Bisognava lanciarla e poi gettarsi a terra. Tirai malissimo, scoppiò troppo vicino e quando ero ancora disteso, il capitano, un tipaccio odiosissimo e veramente cattivo, mi bloccò premendo lo scarpone sulla mia schiena lasciandomi bocconi e rivolgendomi gratuite offese che mettevano in dubbio la mia virilità, ignaro che si sbagliava di grosso perché potrei portare parecchie signore a testimoniare che me la sono sempre giostrata molto egregiamente.
In compenso, schiacciato a terra, a denti stretti lanciai tutta una serie di parolacce che, in sloveno, mettevano seriamente in dubbio le virtù di tutte le componenti femminili della sua famiglia. Non è che io sappia lo sloveno, ma le parolacce si conoscono tutte, siamo luogo di frontiera qui! Terminato l‟addestramento venni dislocato un paio di mesi in una cittadina famosa perché un secolo prima un tizio aveva inventato un curioso strumento musicale conosciuto un po‟ in tutto il mondo.
Biografia: Nato a Trieste nel 1948, è un attore dialettale triestino che dimostra una certa predisposizione per la scrittura. Ha ottenuto in vari Concorsi Letterari riconoscimenti e premi in sezioni che vanno dalle favole, al racconto “giallo”, al racconto “memoir”. Nel 2006 ha pubblicato il libro Una corsa incontro al passato che ha ottenuto e ottiene tutt‟ora un buon successo a Trieste (compresa lettera di complimenti da Claudio Magris). In dialetto ha vinto un concorso per scenette e scritto, a quattro mani, una commedia e due atti unici. Nel 2012 ha dato alle stampe Jacomo, un triestino anomalo trasposizione (ampliata) su carta di tre conferenze sulla triestinità di James Joyce. Nel 2013 è uscito La nostra storia, un libro che ha curato dopo un semestre d‟incontri con gli adolescenti della Comunità Educativa Il villaggio del fanciullo.
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