“Dal Finestrino Di Un Treno” (Premio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Recanati, Per Una Poesia A Tematica Ecologica ) Di: Carmelo Consoli I Edizione

 



La vedi l’estate come dai pianori d’un tempo

entrare a pari silenzi, pari fragranze

dal finestrino di un treno fermo

nell’oblio solare dei campi d’agosto,

sospeso dalla frenesia del moto, dagli affanni.

E riconosci la traccia dei sentieri

stretta e sinuosa rimasta alla giovinezza,

confusa nel verde, nell’ocra dei campi;

ti stringe l’abbraccio antico delle vigne,

degli ulivi, quel placido rosa mescolato

all’azzurro cielo della casa cantoniera.

Sei viaggiatore e viaggi appeso 

al sorriso dei girasoli, cuore e convoglio perso

tra covoni di grano e stoppie arse.

Immagini che la corsa all’errare

per mondi di linee, scambi, indifferenze

finisca lì oltre le retrovie dei tralicci, i filari dei cipressi.

Arrivi come quando eri fanciullo

a sognare l’altro mondo dietro le colline,

il confine celeste e verde tra cielo e terra.


All’improvviso più non riconosci

l’uomo che è in te, il giorno, l’ora

ricondotti alla pena dei grigi urbani

ma rinasci a un rifiorire di essenze, sbocci,

canti di cicale, vedi solo curve dolci, colli e balzi,

fumide sagome di casolari e sei

nel cuore saldo degli alberi, nel colore delle ortensie,

nel profumo misto e arcano di agrumi e gelsomini.

All’improvviso ecco il gesto antico

chino ai solchi, alla semina, quel nascere

odoroso del pane, del vino alla controra,

quella vita altra dimenticata

riemersa dal cuore della terra.

Così, prima che il treno riparta

sul filo del dubbio, dell’incantamento,

della memoria smarrita di semafori e metropolitane.

Solo nudità di rami, respiro di foglie, cromie risorte.

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