A metà degli anni trenta furono costruiti i primi due Topolini, divisi da una tranquilla spiaggetta di ciottoli, regno dei bambini che possono avvicinarsi gradualmente all’acqua. Trattasi di curiosi stabilimenti balneari comunali gratuiti completati, risalendo sulla strada, da terrazze dove si può prendere il sole. L’etimologia del nome è incerta anche se una delle più accreditate vorrebbe che esso derivi dal fatto che viste dall’alto le piattaforme sembrano le orecchie di Mickey Mouse.
Tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta, i bagni si quintuplicarono divenendo dieci fino a raggiungere un porticciolo dal cui molo, prede del fascino per il proibito, da sempre i giovani si tuffano trascurando il divieto di balneazione per il pericolo dovuto dalle eliche delle barche che rientrano. Poi il lungomare continua fino al bivio che porta verso il castello di Miramar.
Da questa diramazione nota come “el Bivio”, per chi stia arrivando a Trieste, c’è la nostra affollatissima similspiaggia, una specie di marciapiede dove si stendono semplici asciugamani o più sofisticate brandine e da dove, con qualche peripezia, si scende sugli scogli sottostanti e ci si tuffa direttamente in mare........
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