Conobbi Laló nella mia infanzia, nel 1950 circa; continuai poi a vederlo frequentemente finché egli visse.
Le nostre case erano vicinissime e a quei tempi, in campagna, quasi ogni giorno i confinanti avevano motivo per incontrarsi.
Laló era un uomo piccolo, minuto; ma, dopo tanti anni dalla sua morte, capii che la grandezza autentica di un uomo si misura con i ricordi belli e nostalgici che egli ci lascia.
Laló mi ha regalato memorie di episodi unici raccontati come soltanto lui sapeva fare.
Al pari di tutte le persone essenzialmente umili, oneste e sincere, anche lui fu vittima di molti soprusi rimanendone profondamente turbato, ma anche stimolato, tanto da trasmettere agli altri le sue esperienze con racconti esilaranti.

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