Della mia terra un pugno ho sollevato
calda ancora e fumante come allora
(presto arresa al vomere lucente
d‟argilla aperto il cuore a semi d‟oro).
Di mattini racconta di rugiade
di soli a picco su campi di sudore
del canto della pioggia sulle zolle
e dei tramonti accesi alle colline.
Dolce mi porta il gusto di vitalba
rubato piano a siepi di germogli
e l‟agrodolce impaziente delle more
fatte inchiostro su labbra di fanciulli.
Mi canta di corse all‟ultimo respiro
a sfiorare i papaveri e le spighe
a violare dune rosse di ciliegi
e planare a mari verdi di trifogli.
Mi dice di sortite clandestine al “fosso”
a scoprire granchi dolci sotto i sassi
a liberare tuffi arditi alle “parate”1
1 Piccole dighe naturali a volte anche pericolosamente profonde.
con l‟incoscienza dell‟età bambina.
Rimanda la memoria – padre – ai tuoi ritorni
specchiati dentro agli occhi dell‟attesa
sulla soglia il mondo da abbracciare
nelle tue mani le mie da scaldare.
Di quella terra un pugno m‟è restato
mi parla di un passato ormai lontano
ma non chiede il mio presente nostalgia
è il frutto pieno della terra mia.
Franco Fiorini è nato nel 1949 a Veroli (FR) dove vive e dove ha svolto, fino al 2007, l‟attività di insegnante elementare. Ora, pensionato, continua ad essere attivamente impegnato in opere di volontariato. Inizia giovanissimo i primi componimenti poetici, ma solo nel 2000 partecipa a concorsi letterari, ottenendo oltre 600 importanti affermazioni in campo nazionale ed internazionale, tre cui 119 primi premi. È stato nominato accademico in diverse accademie letterarie; è stato insignito del diploma di dottore honoris causa in letteratura dalla The Ruggero II University. Ha pubblicato quattro raccolte poetiche.
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