Una Storia Al Centro Della Romanità - A Cura Del Nostro Giurato: Roberto Ciavarro




“Romanità“ è un termine coniato nel 1871, nasce come carattere di ciò che è romano.

Si rifà anche al mondo storico e spirituale dell’antica Roma, considerata come centro diffusore di valori universali di civiltà.

Roma, che il cinema ha rappresentato con immagini indelebili, istantanee entrate nella storia e nell’immaginario della bellezza: da “Vacanze romane di William Wyler a “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino.

”Roma città aperta” con Aldo Fabrizi, attore, regista, sceneggiatore, che ha saputo misurarsi sia in ruoli comici che drammatici, in un film che parla di resistenza durante la seconda guerra mondiale (Aldo Fabrizi interpreta il ruolo di Don Pietro, parroco di periferia che verrà giustiziato). 

Memorabile “La dolce vita”, un film degli anni “60”, in bianco e nero, che è tuttora considerato uno dei capolavori di Federico Fellini.

Non fu solo un film, ma l’emblema di un’intera epoca e di uno stile di vita, quello dei nascenti “cineasti”, attori, registi, fatto di bar eleganti, paparazzi, nella via Veneto, simbolo della Dolce vita romana.

La Roma di Pier Paolo Pasolini, poeta,sceneggiatore, attore, regista,scrittore. 

Attento osservatore della società italiana del secondo dopoguerra: nel film “Accattone”, grande affresco sulle borgate romane,  ha un ruolo di protagonista il ”sottoproletariato romano” i “ragazzi di vita”, un’umanità allo sbando, meschina, che campa alla giornata, vivendo di espedienti e di furti. 

Questa città che il Teatro ha rappresentato e rappresenta ancora con “Rugantino”, maschera del teatro romano, giovane spaccone, arrogante, fondamentalmente-un buono.

La commedia, ambientata nella Roma papalina del 19.mo secolo, scritta da Pietro Garinei e Sandro Giovanni, con musiche di Armando Trovajoli, venne rappresentata per la prima volta al Teatro Sistina nel 1962. E’ oggi, giunta alla sua 10.ma edizione.

Roma con la sua “Festa del San Giovanni “, concorso canoro, nato il 23 giugno 1891 in un osteria romana, fuori Porta San Giovanni. 

La notte di San Giovanni veniva così festeggiatacome “ Notte delle streghe”: secondo le tradizioni popolari si credeva che in quel momento astrale le streghe avessero sorvolato Roma portando filtri ed esilir d’amore e di fortuna. 

Vinse la prima edizione il trasformista Leopoldo Fregoli con la canzone intitolata “Le streghe”, riportata nel tempo al successo da Gabriella Ferri. 

Il Concorso andò avanti fino al 1955. Roma, con il suo Festival della Canzone Romana, ideato da Lino Fabrizi e giunto alla 28.ma Edizione. 

Ebbe i suoi esordi nel 1991 in Piazza San Maria in Trastevere, poi proseguìa Via Veneto e nel tempo al Teatro Olimpico di Roma. 

In questi anni il Festival ha visto succedersi artisti come Nino Manfredi, Lando Fiorini, Franco Califano, Mario Scaccia, Fiorenzo Fiorentini, Giancarlo Magalli,Manuela Villa.

La Roma del “Puff” di Lando Fiorini, nato nel cuore di Trastevere, negli anni ’70 rappresentò un “unicum” nel panorama artistico cittadino con una compagnia teatrale tutta sua. 

Fu trampolino di lancio per molti comici da Enrico Montesano, Gianfranco D’Angelo, Leo Gullotta, Maurizio Mattioli.

La Roma del Folkstudio, una cantina situata anch’essa nel cuore di Trastevere dove nacquero cantautori come Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Stefano Rosso.

Parlando ancora di teatro non si può non parlare del Teatro Rossini (oggi Palazzo Santa Chiara), situato in Piazza santa Chiara, dietro Largo Argentina, a due passi dal Pantheon. Venne inaugurato nel 1874. Oltre ai numerosi spettacoli in romanesco vennero prodotte anche opere di prosae in altri dialetti e in lingua. Alla fine del XIX secolo il teatro venne chiuso per restauro.

Solo negli anni '50 il poeta ed artista Checco Durante ritornò a dar vita al teatro insediandosi con la sua Compagnia e realizzò lavori comici. 

Da oltre 50 anni ha Sede negli interni del palazzo il Centro Romanesco Trilussa (Presidente Porfirio Grazioli),fondato il 21 aprile 1970 su iniziativa di 11 cultori romani a cui il Comune di Roma ha intitolato in gran parte strade e piazze.

Nei suoi locali ospita una biblioteca di circa 3000 volumi.

Il poeta ed artista Giorgio Roberti è stato alla guida del Centro come Presidente per 32 anni fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2002. L’attivita’ del Centro è poi proseguitagrazie all’impegno del fratello Giovanni Roberti.

Il poeta Giorgio Roberti fin da giovanissimo si dedicò alla poesiaromanesca, riuscendo a 14 anni, a far leggere alcuni suoi lavori a Trilussa,dal quale fu incoraggiato a continuare. 

Nel 1982 i poeti romaneschi, grazie all’apporto di vari Club sparsi nella penisola, si recarono in Venezuela perportare il saluto di Roma e dell’Italia ai nostri connazionali emigrati in quel lontano Paese. 

Si annovera un'altra grande iniziativa: il Convegno “Il Romanesco a Roma ieri e oggi “ (1984 Protomoteca in Campidoglio),a cura del Dipartimento Scienze del Linguaggio dell’Università della Sapienza di Roma. 

Gli atti sono stati raccolti in un volume a cura del Prof. Tullio De Mauro, edito da Bulzoni. Il Centro Romanesco Trilussa si propone di far rivivere lo spirito di Roma e trasmettere, attraverso il dialetto, alle nuove generazionil’autenticità che caratterizza il popoloromano ed ospita ogni anno concorsi di poesia romanesca a tema libero: poesialibera, sonetto, stornello. 

Il dialetto non è solo un modo di parlare, ma è legato alle nostre origini, è nel nostro cuore, fa parte delle nostre radici e non deve perdersi nel tempo. 

Ho riportato tutte queste notizie che fanno parte di quel mondo romanesco e della romanità, perché quel mondo è potutoesistere grazie a molte persone che l’hanno vissuto insieme, condividendo le loro esperienze. 

Dialetto è anche incontro di passioni, di interessi. Negli anni ’70 cinema, televisione, teatro, poesia, ruotavano intorno al dialetto. 

Poteva capitare che un artista come Aldo Fabrizi declamasse in trasmissione un suo sonetto. 

Per anni su un quotidiano romano è apparsauna rubrica interamente in romanesco dal titolo -Avventure in citta’- di Giancarlo Del Re. 

Oggi è un po’ più difficile, ma ci sono ancora tante persone che scrivono in dialetto e che seguitano a percorrere questa strada.

Roberto Ciavarro - Giurato XIII Edizione

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