La Fantasia È Un Pozzo Dove Ci Piove Dentro A Cura Di Sonia Giovannetti Giurata Della XVI Edzione




La letteratura per ragazzi costituisce un universo letterario composito come pochi altri e dai confini alquanto incerti, sia per la diversità dei generi che lo rappresentano – dalle filastrocche, alle fiabe, ai romanzi d’avventura – sia per la varietà dei suoi destinatari – bambini, adolescenti, giovani adulti – sia, infine, per l’evoluzione subita nel tempo dal suo pubblico, non sempre composto dai soli lettori giovani e giovanissimi, ma, in molti casi, anche da adulti. 

Gli esempi in tal senso sono numerosi: il settecentesco capolavoro di Swift “I viaggi di Gulliver”, recepito con grande favore, in origine, come una storia fantastica destinata ai bambini, finì per riscuotere grande successo anche presso un pubblico adulto, che ne comprese i riferimenti, caustici e allegorici, alla società inglese contemporanea. 

Sorte analoga, ma in senso inverso, è toccata al coevo “Robinson Crusoe”, romanzo avventuroso ed esotico in cui De Foe celebrava le fattive e vincenti doti dell’uomo borghese, illuministico e razionale. Il romanzo ebbe grande seguito nella società adulta dell’epoca, ma in seguito fu sempre più giudicato un eccellente romanzo di formazione segnatamente indicato per i giovani. Si potrebbe continuare con esempi analoghi, di gradimento anagraficamente trasversale, a sottolineare ulteriormente la difficoltà di stabilire confini canonici di ciò che debba intendersi per “letteratura per ragazzi”. Certo è che questo particolare genere letterario, sollecitando in sommo grado la fantasia e l’immaginazione, rappresenta per i giovani e giovanissimi lettori una formidabile chiave di accesso alla conoscenza del mondo e della vita, allargandone e potenziandone lo sguardo oltre l’ambito, ancora ristretto, della loro esperienza reale. 

È proprio, infatti, il suo registro eminentemente fantastico e immaginativo a fare della letteratura per ragazzi un’esplorazione senza limiti del mondo del possibile, che Italo Calvino ha magistralmente tradotto in un celebre aforisma: “la fantasia è un pozzo dove ci piove dentro”. La lingua della fantasia che anima il genere è una lingua che si fa intendere dai piccoli ma che sa parlare anche agli adulti; che trasfigura la realtà in allegorie al solo scopo di farla intendere nella sua trama più autentica. 

Né potrebbe, questa letteratura, usare una lingua diversa per catturare l’interesse e l’attenzione dei ragazzi, che poco ancora sanno di logica formale e di norme sociali, ma che del mondo hanno una percezione intuitiva, immediata, prerazionale. 

Ed è proprio nell’ universo anarchico dell’età infantile che si decidono i giochi per l’uomo futuro, che si alleva la vita adulta trasmettendone i codici ai più giovani con una paideia di paziente, progressivo inserimento nel complicato, artificioso mondo reale. In conclusione: le parole della fantasia rappresentano un tesoro inestimabile per i giovani lettori. 

Ma sono un tesoro delicato, segreto, che acquistano pregio ed efficacia se coniate e trasmesse debitamente. Da sole, infatti, le parole non viaggiano; confidano in accompagnatori generosi e illuminati per arrivare dove devono. E tuttavia, una volta giunte a destinazione, possono trasformare la vita di chi le riceve e le coltiva in un dono davvero inestimabile. 

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