Ishtar (Menzione Speciale di Merito)

VI Edizione 2015 del Concorso Letterario "Città di Grottammare"

Associazione Culturale "Pelasgo968" - Grottammare


Menzione Speciale di Merito

di SILVANA AURILIA (Napoli)


Guidava con sicurezza sulla strada che ormai conosceva a cui lati crescevano solo aridi cespugli che nascondevano i pochi hibiscus sbocciati in una primavera già direttamente sprofondata nell‟estate. La settimana precedente portava ancora il giubbotto, quella mattina invece c‟erano trenta gradi e nell‟auto, nonostante il viaggio fosse iniziato da poco, faceva già troppo caldo. Per arrivare al monastero ci sarebbe voluta circa una mezz‟ora, sperando che tutto filasse liscio e che non venisse fermato da qualche banda solitaria e fuori controllo.

Non si poteva mai dire, la situazione stava diventando sempre più confusa in Siria e forse non sarebbe bastato il simbolo della società di medici volontari posto in vista sull‟auto e la copertura che sia le forze di regime che quelle ribelli davano alle organizzazioni mediche volontarie.
Erano le sei del mattino e Venere si apprestava a sparire. Allen fu ancora una volta sorpreso dallo splendore del pianeta in quel cielo color pietra di zaffiro. Il pianeta della bellezza e dell‟amore.

Ishtar per questo popolo, la dea dell‟amore e della fertilità che cavalcava un leone, ma anche la dea della guerra e delle tempeste.
Guardò alla sua destra, dove si intravedeva la città che andava lasciando. La città più antica del mondo, grigia e popolosa, variegata di genti, sembrava avvolta da un silenzio di morte, distesa tra i resti delle verdi colline come leone ferito, con le sue macerie , con le sue strade senza voci, con i suoi quartieri ribelli, con le sue mosche e le chiese violate, con il suo odio e il suo amore. Arsa e riarsa, in attesa di un altro giorno di sangue. Si aspettava un altro bombardamento dopo quello di dicembre fatto per indebolire i gruppi ribelli che avevano conquistato la parte sud occidentale della città.

Altri morti, pensò stravolto Allen. Altri bambini sotto le macerie. Brandelli di esseri umani raccolti dagli stessi civili che cominciano a correre nel punto dove è caduta l‟ultima bomba per cercare di salvare eventuali superstiti. Sotto le macerie i corpi martoriati, incendiati, irriconoscibili. Sangue.

Sangue dappertutto. E poi i morti messi gli uni vicini agli altri, in attesa che un furgoncino li raccolga tutti per portarli subito al cimitero. Nelle sue orecchie ancora le urla di dolore e di donne che chiamano i loro
217 figli e di gente che continua ripetere “Ya Allah, Allahu Akbar”, Oddio, Dio è grande.

“Ya Allah, Allahu Akbar”, Dio è grande! Che senso ha invocare la sua misericordia e la sua grandezza, riflettè Allen.

SILVANA AURILIA nata a Napoli nel 1950. Laureata in Pedagogia, docente di scuola superiore in pensione. Si è occupata di laboratori di narrazione del sé per gli alunni e di progetti sulle pari opportunità con pubblicazioni in campo didattico. Numerosi riconoscimenti in premi letterari soprattutto per la sezione narrativa. Membro della giuria del concorso letterario Ponti Dell‟Arte.

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