Un Coniglio Bianco In Una Tormenta Di Neve Di: Paolo Sanna - Recensione Di Maria Concetta Armetta (Vincitrice Del Premio Speciale Letteratura Per Ragazzi)




"Luculliano”, eh sì, proprio luculliano!

Definire un libro luculliano appare a prima vista un po’ azzardato, o forse inappropriato?

Mah! Se un romanzo ha tutti gli “ingredienti” ben dosati e calibrati e sapientemente miscelati da un cuoco (pardon, scrittore) che ha dentro il dono della scrittura, allora si fa presto a definire 

“Un coniglio bianco in una tormenta di neve”  un libro luculliano e Paolo Sanna uno “Chef a cinque stelle”.

Bando alle chiacchiere culinarie... ho provato simpatia e affetto da sorella per il protagonista Paolo Serra che, con fare un po’ impacciato, ma tanto umano, è riuscito pian piano a conquistare me e non solo (che finale!).

I dialoghi mai azzardati e sempre molto realistici, con un tocco di scanzonata ironia hanno reso la lettura di questo thriller un po’ meno nero, un po’ più arcobaleno trascinando il lettore/lettrice in una danza di sensazioni ed emozioni per nulla forzate, anzi naturalmente sentite.

Paolo Sanna (che ho incontrato per pochi minuti al tavolo di una colazione, dopo aver ricevuto il premio letterario Città di Grottammare 2021 per il miglior thriller) sembra passeggiare in punta di piedi tra le pagine del libro, mostrando tratti della sua personalità artistica (e probabilmente non solo...) attraverso riflessioni “umane” e non costruite a tavolino con l’intento di portare l’ennesimo libro sugli scaffali di una libreria.

I personaggi sono stati ben tratteggiati dall’autore, ma hanno anche lasciato spazio al lettore di completare quei profili personalizzandoli secondo il proprio gusto e deduzione.

Alcune scene, a tratti imbarazzanti e impacciate, hanno reso il protagonista semplicemente uno di noi e per questo amabile.

Il linguaggio, semplice al punto giusto, mi ha consentito di trovarmi all’interno della vicenda come se fossi il vicino di casa di Paolo, ascoltando le sue riflessioni e i suoi pensieri nascosti origliando dietro la sua porta e strizzandogli l’occhiolino in senso d’intesa e complicità.

Che dire? Non sono una critica e neppure un’amica dello scrittore, ma mi auguro che Paolo Sanna non perda questa “semplicità innata e piacevole” nel porgere attraverso i suoi scritti sé stesso e la sua fantasia letteraria.

Consiglio con piacere la lettura di questo libro e so che chi lo leggerà, certamente apprezzerà!

M. Concetta Armetta (lettrice)

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