La Fede Nella Cultura: Erice e Grottammare

Oggi che stiamo rivivendo l’incapacità dell’uomo di perseguire e poi proteggere la Pace, noi vogliamo raccontare ciò che unisce due città ovunque conosciute sia per la loro posizione geografica e quindi mete ambite dai turisti che per il loro gemellaggio culturale.

Per parlarne bisogna fare i conti con la Storia.

Erice sembra sia stata fondata dal popolo degli Elimi, proveniente dalla Grecia e stanziatosi nella Sicilia occidentale intorno all’VIII sec. A.C.

È stata più volte proposta a sede di sottoscrizione del trattato di Pace fra Israeliani e Palestinesi, conosciuta per avere sempre ospitato e fatta sua la Scienza, ad iniziare dalla costituzione di un’Organizzazione Scientifica, la Fondazione “Ettore Maiorana” creata dal fisico Antonino Zichichi.

È stata sede in tutti questi anni di incontri di tantissimi Scienziati successivamente insigniti del Premio Nobel.

Di Grottammare, Strabone e Silio Italico ne danno notizia come del centro più attivo dell'intera civiltà cuprense e la loro testimonianza trova conferma nelle molte attestazioni archeologiche rinvenute nel territorio, tra cui una necropoli picena in buono stato di conservazione;

Nell'Ottocento fu teatro di importanti avvenimenti risorgimentali, determinati dalla presenza di un nutrito gruppo di carbonari. 

Venti di Pace in queste due città si manifestano nella partecipazione ad iniziative che testimoniano il loro impegno per la fratellanza tra i popoli in segno di solidarietà per i più deboli. Assisi, città francescana è un punto di riferimento per entrambe come meta di manifestazioni per la Pace.

Negli anni scorsi Erice ha stipulato con il Comune di Assisi un Patto di Amicizia in cui si riconosce il valore salvifico della Pace, irrinunciabile diritto dei popoli e di ogni uomo.

La Cultura non può non fiorire in Terre come queste perché la Cultura unisce.

Proprio in questo periodo dell’anno si concludono due Concorsi Letterari, ampiamente riconosciuti come occasioni pregevoli che danno visibilità e valutazione alle opere di tanti autori, che partecipano in maniera sentita per la caratura di entrambi in professionalità e trasparenza. 

Il Concorso “L’Anfora di Calliope” nasce da un’idea dello Scrittore Giuseppe Vultaggio, Presidente della giovane Associazione che porta lo stesso nome.

Siciliano determinato e Poeta, cesellatore della parola, di grande effetto emozionale le sue opere in dialetto e in lingua italiana. 

L’intento è quello di divulgare la Letteratura e la Poesia di qualità in una Società sempre più infettata di pseudocultura e di facili alienazioni. A motivare, quindi, non è la “smania” di successo ma la forza di credere nel potere salvifico e catartico della Poesia, della parola scritta e detta perché solo questa può essere tramandata.


Il Pelasgo 968, Concorso intestato al grande Poeta Franco Loi, nasce per opera di sei Soci Fondatori provenienti da vari settori e conta parecchie iniziative nel campo dell’Arte, dell’animazione ricreativa, dello Sport, della Letteratura e della Scrittura in genere.
Un altro aggancio tra questi due importanti Eventi è l’Associazionismo, basato sulla collaborazione, condivisione e propulsione di nuovi progetti, che arricchiscono anno dopo anno il loro raggio d’azione. 

Altro trait d’union è la focalizzazione dell’attenzione verso i giovani che, contrariamene a quanto spesso si vuol veicolare sul loro disinteresse verso la vera Cultura, hanno voglia di futuro e questo ci rende responsabili di lasciare loro un passato che sia una somma di valori su cui poter successivamente operare.

Bisogna essere convinti che, nonostante l’imperante consumismo, il mondo continuerà ad alimentarsi di Cultura e di coraggio e questa convinzione deve indurre tutti noi ad augurare a tutti gli operatori del Calliope e del Pelasgo 968 lunga vita, che ogni anno sia più ricco di premiazioni e di interesse da parte degli organi di diffusione e degli addetti ai lavori. Vedete, la Cultura è patrimonio di tutti ed ognuno di noi è depositario di questa verità.

Il nostro presente sarà il passato delle nuove generazioni ed è opportuno rivolgersi a loro per dire: non siate mai sazi di voglia di crescere, di imparare, di inseguire i vostri sogni. Lasciate un testimone prezioso a chi vi succederà, perché un popolo che non ha un grande passato non può avere un vero futuro.

Caterina Guttadauro La Brasca

Fonte: Fattitaliani.it
 
 
 


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