Il Ritorno Del Che Cos'è Un Polar Francese?


 

Da qualche anno a questa parte, gli scaffali delle librerie italiane sono invase da un gradito ritorno: gli autori transalpini di genere noir. Questa è, per il sottoscritto, italo francese, una splendida notizia. 

Non scopro certo il segreto di Pulcinella quando affermo che i miei due romanzi “Come delfini tra pescecani” e “Nel nero degli abissi” posseggono sfumature di polar e si ispirano ai grandi maestri francesi.

Prima di essere uno scrittore, sono infatti un gran lettore, essendo la conditio sine qua non per poter scrivere in maniera dignitosa. Ho avuto dunque la fortuna di leggere la maggior parte degli autori francesi in lingua originale, assaporandone le eccezionali e ben definite caratteristiche che li contraddistinguono e mi sono sempre chiesto il perché della loro assenza nel nostro paese. Un’assenza che privava i lettori italiani di veri e autentici maestri di genere.

Se all’inizio degli anni duemila le librerie italiane avevano accolto, entusiaste, i libri di Jean Claude Izzo, il maestro del noir mediterraneo, in seguito, la letteratura francese di genere era sparita dai nostri radar. 

Vari motivi avevano causato questa involuzione, uno su tutti, l’arrivo dei noir nordici che per un decennio avevano monopolizzato il settore con nuove tematiche, originali e sconosciute ai più: il rapporto dell’uomo con la natura, lo sfaldamento della famiglia, la condizione solitaria dell’essere umano e la critica sfrenata alla società scandinava, da noi invece tanto apprezzata e portata avanti come modello.

Ora invece, complice anche l’enorme successo che continuano ad avere in Francia (i tre libri più venduti sono puntualmente dei polar, che fatturano oltre 11 milioni di euro l’anno) abbiamo riscoperto nel nostro paese decine di autori, che hanno saputo rinnovare un genere, dandogli una marcia in più, analizzando risvolti sociali non indifferenti. 

La lista sarebbe lunghissima, ma vale la pena, a mio avviso, soffermarsi su tre autori, autentici pilastri del noir mondiale. Il primo autore che vorrei citare è Franck Thilliez, considerato uno dei più grandi maestri polar francesi, che ha saputo sfruttare i suoi studi in ingegneria per inventare il noir tecnologico, dove utilizza l’indagine come scusa per poter raccontare come la scienza, se usata in maniera sbagliata, possa avere delle conseguenze sociali, economiche e politiche devastanti sulla nostra vita quotidiana. 

Dalle modifiche del DNA, passando al darkweb, per arrivare infine ad argomenti scottanti come l’eutanasia, Thilliez si documenta per mesi interi prima di pubblicare.

Basterebbe citare due titoli “Pandemia” (2015) e “Il Grande viaggio” sono incentrati sulle conseguenze di un’epidemia mondiale, per far capire, quanto i suoi romanzi siano attuali, purtroppo.

Un autore senza dubbio da mettere in questa triumvirato è Pierre Lemaitre, che in Italia abbiamo imparato ad apprezzare con la trilogia di Camille Verhoeven, un commissario affetto da nanismo che ha un punto di vista diverso da quello a cui siamo abituati e offre, pagina dopo pagina, spunti originali e non stereotipati al lettore.

L’importanza di Lemaitre risulta fondamentale nella storia del noir in generale, infatti l’autore parigino, dopo un clamoroso successo nella narrativa noir, si è distinto nel romanzo storico, vincendo il più prestigioso premio letterario di Francia: il prix Goncourt.

È riuscito insomma, nell’impossibile: dimostrare che il genere noir, molto spesso bistrattato come sottogenere, non ha nulla da invidiare agli altri generi, ma anzi può a tutti gli effetti, essere considerato allo stesso livello. 

Lemaitre ha dimostrato che un autore noir possiede lo stesso talento di uno scrittore di narrativa tout court e tutti noi autori di genere, gli dobbiamo molto. Infine mi preme sottolineare il successo che sta avendo nel nostro paese uno scrittore come Michel Bussi, vero artefice del giallo moderno, dove tutto ruota attorno alla soluzione dell’intrigo. 

In ogni suo romanzo, Bussi lancia al lettore un’appassionante sfida; chi dei due riuscirà a vincere? I suoi romanzi sono sempre intrisi di citazioni storiche, artistiche, cinematografiche, culturali…immergersi in un romanzo di Bussi è un viaggio meraviglioso attraverso il tempo e lo spazio.

I tre autori citati non hanno mai la presunzione di offrire delle risposte, bensì di porre degli interrogativi che sicuramente stimoleranno il lettore e faranno in modo che si interessi di determinati argomenti. 

È proprio questo il punto di forza del noir francese e, più in generale, del noir: un romanzo sociale accattivante che affronta e sottolinea le problematiche della nostra società, denunciandone abusi, corruzione e storture, ma al tempo stesso, che accompagna il lettore in trame adrenaliniche e originali, le classiche letture sotto l’ombrellone, senza mai risultare accademiche o pesanti.

François Morlupi, Giurato XIII Edizione.

Cos'è un Polar Francese?

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