Non Scendere I Gradini (Finalista) Di Maria Ebe Argenti, Sezione“A” Poesia inedita in lingua italiana I Edizione



Non scendere i gradini del giardino,

non varcare il cancello, non andare,

un perfido presagio repentino

mi premonisce, mi fa meditare.


Sarà il tuo aspetto stanco, affaticato

o gli occhi azzurri, molto più di ieri,

che stranamente ti hanno assomigliato

all’audace Aramis dei Moschettieri; 


sarà perché è la vita che ci sceglie

e tu ti sei annidato nel mio cuore

ai crocicchi dei sogni con le veglie

dove ha sostato a lungo il nostro amore;


sarà che mi fa male stare sola,

troppa gente sta sola nella vita,

né sorride né dice una parola,

ha piume lacerate fra le dita;


ma le mie piume sono ancora quelle

che vollero innalzare il mio alter ego

facendolo volare tra le stelle;

non scendere i gradini, te ne prego,


sono troppe le cose malsicure.

Chi mi darà il vigore delle mani

mentre racconterò le mie paure

se dal mio itinerario t’allontani,


chi ascolterà le mie contratte doglie

alleviandole con la sua parola,

illuminando le ingiallite foglie

con quella lampada che mi consola?



Maria Ebe Argenti, nata a Milano, vive a Varese. Autrice dei volumi di poesie: Ebe d’au-tunno, I luminosi accenti e Il sogno clandestino (questi ultimi due con “Prefazione” di Paolo Ruffilli), ha vinto diverse decine di primi premi in concorsi letterari (10 negli ultimi due anni, tra cui nel 2008 “Il dolce stile eterno”, di Firenze). Sue liriche sono state declamate anche in emittenti radiofoniche.


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