"Marianna" (Segnalata) Sezione Poesia Inedita In Lingua Italiana I Edizione

 


 

Al tramonto, quando si accendevano i lumi

delle strade e delle piazze

fra i muri dei vicoli arroccati

scivolava un’ombra solitaria:

leggeri i suoi passi nell’antico

silenzio di pietra.


A volte canticchiava strane filastrocche 

con voce sottile di bambina

altre volte serrava le labbra

in una sorta di coro muto

e i suoi occhi troppo lucidi

si perdevano lontano

oltre l’immaginaria linea  

dell’orizzonte.


è pazza – la gente mormorava –

e sorpassandola affrettava il passo

ed io non capivo quegli occhi sfuggenti

quel parlottare sommesso

per tracciare un preciso confine.


A me bambina dalle ginocchia sbucciate

sembrava qualcosa 

fra una strega e un folletto

che conosceva a memoria

il linguaggio di qualsiasi oggetto.


Nascosta dietro lo spigolo

di un angolo restavo a guardarla affascinata

con quei vecchi maglioni sformati

seduta per ore sui gradini consumati

di un antico postribolo.


è pazza – la gente mormorava –

ma io guardavo quei fiori di campo

quelle spighe rinsecchite

che teneva poggiati sul grembo.


Mi diceva: “Puzzano i gigli”.

E accarezzava 

con infinita dolcezza

i suoi fiori di campo e le spighe

come fossero stati i suoi figli.


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