"Chissà Cosa Dicono I Morti" (Menzione d‟Onore) Di Antonio Capiotti Sezione: Poesia Inedita In Lingua Italiana VI Edizione
(per una ballata escatologica)
Chissà cosa dicono i morti
di noi, di nostre cose e stagioni, quando qui
avvampa la terra o cade a mucchi la neve – e chissà
se gioiscono quando si sciolgono i geli, il merlo canta
e fioriscono i meli. Chissà se ascoltando trepidi il tuono
e il ticchettio della pioggia che sale: se imprecano mai
all‟acqua che esonda o quando all‟arsura
salgono i prezzi di pane, frutta e verdura.
Chissà cosa dicono i morti
Quando avvengono sismi e maremoti: forse mugugnano
assorti. Ma certo berciano forte quando si bruciano i boschi
e quando si clona la pecora o il topo – per ora –
o si producono embrioni di bimbi in provetta
per poi impiantarli in uteri secchi
di vecchie. E certo sbuffando quando su stampa e in TV
ad eccesso si parla di calci al pallone e per quello
poi si combatte – come alla guerra – in strada e sugli spalti.
Chissà cosa dicono i morti
ai nuovi arrivati da qui – ancora caldo il volto
di vita – su chissà quale lembo o sfera d‟eterno:
forse faticano con le parole a far loro capire
che il tempo dei giorni segnati di sole o di brume, di verde
o di lividi sterpi è lì inesistente e che quanto di vita recente
turbava le vene (default e spread elevati; il rischio costante
di perdere l‟opra; la jihad alle porte) ora lì è roba finita – assenza
che in cuore promuove urgere d‟ansia
ma verticale, attesa nuova, sospiro profondo
di oranti tutti col naso all‟insù.
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